Thursday, July 31, 2014

L' Unità chiude, il Novecento si allontana.

E da oggi non ci sarà più in edicola l'Unità. Un giornale, e che giornale, in meno.
Diverse altre testate tirano a campare con cifre da nicchia: comprare un giornale è evidentemente cosa da feticisti oggi.
Beh, mi chiedo spesso che gusto ci sia nel fare le briciole sopra il tablet mangiando e leggendo contemporaneamente, in quei bellissimi pranzi in totale solitudine.
Un giornale accoglie meglio l'olio che schizza dal panino, che inevitabilmente fuoriesce impazzito mentre leggi e ti distrai da tutto il resto, un articolo di Bartezzaghi, Gianni Clerici, Jack o' Malley o S. Pistolini, C. Cerasa, M.Serra, G. Stella, Alessandra Longo o Gianni Mura, ...
L'Unità chiude, il Novecento si allontana.
Confesso il mio dispiacere, ma ammetto di non leggere l'Unità da secoli. Piuttosto il Manifesto. Ma anche quello non gode d'ottima salute. Almeno arrivassero altri giornali nuovi, ovviamente non impostati su gossip, talent o peggio, foto di gattini, mani di rana, immagini di morti violente o altre aberrazioni.
In edicola continuo a comprare Repubblica tutti i giorni. Lunedì e martedì il Foglio. La domenica il Sole24H, l'inserto culturale è davvero eccezionale.
Mi fido di un giornale e gli attribuisco un ruolo di filtro tra me e l'enorme numero di eventi che accade quotidianamente. Mi fido di un giornale se usa un bel linguaggio, se non è rissoso verbalmente, se penso pubblichi notizie verificate e ri-verificate. Per le qualità delle inchieste e dei reportage: deve avere uno sguardo internazionale.
A me sembra chiaro che non ha senso per la carta stampata inseguire il real time del web.
Dovrebbe avere un' andatura slow motion il giornale, oggi.
Aldo Betto 

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