Tuesday, February 10, 2015

Jalum




Suonare con i Jalum è sempre qualcosa di strepitoso. 
Siamo una band. Siamo fratelli tra noi. 
Ci siamo conosciuti che facevamo le scuole medie, frequentavamo lo stesso istituto, l' Umberto Cosmo di Vittorio Veneto; avevamo sguardi furbi ed irrequieti ed una passione in comune: la musica. 
Io all'epoca, 1991 circa,  suonavo la chitarra classica e Umberto per convincermi a passare all'elettrica si adoperava lui per andarmene a prendere una in prestito,insieme ad un ampli, tutte le volte che avevamo prove. Saliva il ciottolato fino a dove c'era fino a qualche tempo fa un'erboristeria. Lì sopra abita una ragazza figlia di un ex pugile che possedeva un amplificatore Montarbo ed una chitarra nera, mi sembra di ricordare. Ci trovavamo al patronato di Serravalle. E qualche tempo dopo abbiamo fatto del salotto di casa dei genitori di Umberto la nostra sala, abbiamo privato la loro casa di una stanza  per anni. Nel 1995 la formazione che fino ad allora comprendeva altri elementi (anche di quel primo periodo sarebbero tantissime le storie da raccontare) si riduce a noi tre: Giacomo, Umberto ed io;  contemporaneamente la sala prove dal salotto viene spostata ad un più consono scantinato. 
Sì,il trio. Ci faceva letteralmente sognare ed impazzire di gioia poter imbracciare i nostri strumenti e sprigionare milioni di watt. Suonavamo brani dei Nirvana e Litfiba, soprattutto. Ma con l'aiuto di Mauro, il fratello di Giacomo, abbiamo iniziato a mettere giù  i nostri primi pezzi. Poi mi misi a scrivere nella mia cameretta le mie prime canzoni, le presentai alla band, dopo qualche diffidenza iniziale per il cambio di direzione, le suonammo. Ci portarono fortuna devo dire. 
Di concerti ne abbiamo fatti a centinaia, in Italia e all'estero, festival, aperture a grandi artisti, tra tutti Joe Strummer. Di concorsi importanti pure: siamo transitati con ottimi risultati per Castrocaro, Rock Targato Italia e Sanremo Rock con risultati eccellenti; il primo concorso fu Veneto Rock '95, arrivammo secondi, di altri concorsi regionali aspettiamo ancora il primo premio. ( A qualcuno fischieranno le orecchie). 



Poi, come la maggior parte delle cose belle, tutto finì. 
O forse tutto venne sospeso. 
Proprio sul più bello, quando finalmente l'interesse di un paio di case discografiche e di agenzie live si stava concretizzando dopo anni di semina. 
L'amarezza all'epoca fu tanta, non scrissi più canzoni in italiano per 7 anni. 
E non avevamo nemmeno litigato tra noi. A pensarci ora mi sembra tutto sfumato, oppure inevitabile. Così vanno le cose. 
In ogni caso ci siamo divertiti da matti e abbiamo costruito tra noi un'amicizia che vale una vita intera. 
E  quando ancora ogni tanto ci ritroviamo a suonare basta un accordo per entrare in sintonia, anche se  sono passati anni sembra che l'ultima serata sia stata il giorno prima. 

Abbiamo il nostro sound. 

E' questo quello che mi piace. 
Si sente che abbiamo condiviso letteralmente tutto per anni: eravamo lì insieme, ragazzi a tentare di crescere e definirsi, come persone, come musicisti e quindi come band. Nel nostro suono ruvido ci sono fluttuazioni e sbavature che diventano caratteristiche, slanci in avanti, momenti tribali, rumore, puro rock'n'roll,  devo anche ammettere che le nostre canzoni hanno quasi tutte retto il passare del tempo, ovviamente se ora le riproponiamo sono rimaneggiate qui e là. 

Chissà che prima o poi non maturino i tempi per un secondo album dei Jalum. 


Aldo Betto




1 Comments:

Blogger Laura la simp said...

X non parlare della volta che avete suonato a santa Augusta.
Io ho il vostro cd..e ancora lo ascolto.

19/5/19  

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