Monday, December 04, 2006

Chissà.
Forse è perchè fa freddo.
Oppure perchè non esiste immobilità: anche la più piacevole delle situazioni cambia e si evolve nel tempo.
E i gesti si dividono, alcuni si frammentano nel ricordo e altri ricordano la teoria del battito d'ali della farfalla che muove l'universo.
Lo sai da te quanto dai.

A volte ti distrai e perdi il passo per alcuni istanti e ti vedi in bilico, disabituato alle oscillazioni.

Poi riprendi a respirare regolare, ormai quasi calmo.Concentrato ti riavvii.
Di nuovo passo dopo passo, ritrovando il ritmo.

Alla fine della corda c'è una leggera salita, l'equilibrista è al tratto più faticoso: decisivo. Sembra quasi fermarsi a voler prendere fiato prima dell'ultimo sforzo, poi alza il mento di scatto e guarda il balcone del palazzo a una manciata di metri da lui.

Un leggero colpo di reni a raddrizzare la postura, in bilico sull'abisso.
Poi muove i piedi veloce, certo del movimento.
Appoggia la mano al balcone e salta su se stesso compiendo un giro per salutare.
Il piede destro arriva un attimo in ritardo e scivola.
Scivola e rotea su se stesso. Taglia l'aria e la discesa non ha fine.
A questo punto si è sempre svegliato dal sonno e dal sogno ricorrente.
Non questa volta...la discesa cade e sembra davvero non avere fine...passano i minuti e diventa pace.Se infinito il movimento annulla il suo valore.
Il vuoto è una vasca d'acqua per nuotare.

E l'eco del mio grido ricorda la zanzara la notte d'estate.
Il brusio della piazza, la notte alle due. I bicchieri di plastica a terra, le centinaia di sigarette spente e i cestini: sempre troppo piccoli, sempre pochi.
Due che si baciano.

Continuo a dormire...

Lì oltre la collina c'è un prato, ci giocavo da bambino.
Giocavo a pallone e ogni tanto stavo in panchina e mi deprimevo per la qualità scadente del gioco, la totale assenza di schemi. L'allenatore si assentava per prendere le figlie a scuola e noi la domenica mattina subivamo pesanti sconfitte.
Altre annate furono migliori. Ho anche fatto un cross da destra, una volta, e Umberto si trovò giusto il pallone in testa e segnò. Che Goal!

Il naso è leggermente chiuso e il respiro diventa rumoroso.
Il mio sogno da muto passa a sonoro. Fischi.
Sento l'aria nella quale nuoto, a volte acqua del mare.
Rumorosa vicino a gli scogli...

Sound
Che parola rotonda: SOUND.

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Mauro mi piange il cuore per la tua chitarra. Dieci anni e oltre di musica su quel pezzo di legno che pian piano prende la tua forma. La chitarra non è più un oggetto, ma un'appendice del tuo corpo, un tuo naturale prolungamento. Non importa quanto bravo sei, ma quanto importante è la musica per te.E allora studi su quella chitarra, ci suoni la sera al concerto. I graffi, le botte, i suoi punti deboli e i suoi pregi.
Spero si riesca a trovare, in qualche modo può saltare fuori. Non passa inosservata la cosa, vedrai. Siamo qui.



Aldo

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