Monday, March 09, 2015

Sipario. 

E così mio papà va in pensione. 
Dopo 39 anni in edicola. 
Sette giorni su sette. 
Mese dopo mese. Anni su anni.
Un lavoro usurante e al contempo denso di storie, inevitabili amarezze e imprevedibili soddisfazioni.
Aprì il 25 dicembre del 1976. Sì, proprio il giorno di Natale.
Papà aveva 23 anni, una moglie, un fratello ed una sorella più piccoli, una madre che faceva anche da padre, perché il padre non c'era più da qualche mese.
Dietro l'edicola un ospedale che sembrava assicurare il lavoro per tanto tempo a venire con il suo andirivieni perpetuo di persone.
Invece passò poco tempo e l'ospedale chiuse per essere riedificato in un altro quartiere di Vittorio Veneto.
A quel punto c'era una clientela da costruire, fiducia da conquistare.
Ha lavorato come un matto per farcela.
Sempre con il suo fare positivo, propositivo, contagioso.
Avevo 8 anni quando mi portò a casa il primo numero di Dylan Dog.
E poco tempo dopo le riviste di chitarre e di musica in generale.
Una miniera di gioia ed informazioni.

Lì nei pressi dell'edicola ci sono diverse scuole, tra cui un paio di istituti superiori. Molti degli studenti all'epoca leggevano i giornali, soprattutto se quotidiani schierati: di "Manifesto" "Unità" "Repubblica" "Il Secolo", se ne vendevano a pacchi. Poi, più di recente, i ragazzi si limitavano ad acquistare pigramente, e solo qualcuno di loro, Gazzetta e Tuttosport. Ora, ma questa tendenza è ormai consolidata da tempo, non vengono nemmeno più a rubare i giornali porno. Leggono sulla carta stampata quasi solo i vecchi e qualche ex giovane dai gusti vintage come me.

Durante le vacanze estive del mio periodo scolastico passavo molte giornate in edicola a dare una mano. Dalla fine degli anni '80 in poi. Lì ho conosciuto i suoi clienti, alcuni davvero incredibili con facce da personaggi che si vedono nei film di Sergio Leone, ma anche tanti appassionati di politica, alcuni dei quali mi hanno contagiato, o maniaci delle cose più astruse, dal gossip alla nera, dalle aberrazioni sessuali alle riviste dei trenini elettrici: il numero delle pubblicazioni delle rivendite di giornali anni 80/90 e primi duemila era poderoso, imponente.
Di uno dei primi giorni con papà in edicola mi ricordo queste parole:" Quando leggi una notizia, dovresti dare una scorsa a come è riportata su tutti i quotidiani, almeno quelli principali, a quel punto fai una media e forse lì ti sei avvicinato alla verità".
Si stava lì a lavorare, io al banco e lui che faceva resa, con mia nonna a dirigere il tutto con il suo umore oscillante tra vette e abissi, poi a metà mattina si andava con la renault 4 al Bar Dante a bere io una gazzosa e lui un'ombra, con in tandem un paninetto alla pancetta, of course.
A Serravalle al tempo c'era il Cinema Rossini dove in prima media vidi proprio con papà l'Attimo Fuggente, quella sera poi siamo andati al 128 a mangiare la pizza che erano le 10 e mezza, forse in quel momento preciso ho iniziato a capire che di notte si sta bene. Ma torniamo all'edicola.
Tra i tanti clienti Vip papà spesso ricorda quella volta che passò Mastroianni. Oppure la Deneuve. Ma è stata la quotidianità viva e a tratti pure aspra vissuta in prima linea a Serravalle a riempire le sue giornate per decenni. A dio, se ci penso sembra incredibile che oggi sia stato l'ultimo giorno. Il 3 marzo 2015. Nel 3 marzo del 1976 se ne era andato il nonno Aldo. E tu pensi, ma di tutti i 365 giorni di cui è composto un anno, chissà perché proprio oggi?

Se dovessi esprimere il sentimento nei confronti di mio padre in una parola userei sicuramente"riconoscenza".
Comunque papà nonostante un lavoro totalizzante ha sempre coltivato tante passioni, tra cui quella per lui esaltante del ballo. Negli anni sono testimone che ha dormito talmente poco che è come se avesse già ora vissuto 100 di anni. Di grinta ed energia ne ha ancora da vendere. Quindi niente paura dei punti interrogativi.
Papà ti voglio bene. E in bocca al lupo per la nuova vita che inizia domani.
Ti aspetto presto a Bologna.

Tuesday, February 10, 2015

Jalum




Suonare con i Jalum è sempre qualcosa di strepitoso. 
Siamo una band. Siamo fratelli tra noi. 
Ci siamo conosciuti che facevamo le scuole medie, frequentavamo lo stesso istituto, l' Umberto Cosmo di Vittorio Veneto; avevamo sguardi furbi ed irrequieti ed una passione in comune: la musica. 
Io all'epoca, 1991 circa,  suonavo la chitarra classica e Umberto per convincermi a passare all'elettrica si adoperava lui per andarmene a prendere una in prestito,insieme ad un ampli, tutte le volte che avevamo prove. Saliva il ciottolato fino a dove c'era fino a qualche tempo fa un'erboristeria. Lì sopra abita una ragazza figlia di un ex pugile che possedeva un amplificatore Montarbo ed una chitarra nera, mi sembra di ricordare. Ci trovavamo al patronato di Serravalle. E qualche tempo dopo abbiamo fatto del salotto di casa dei genitori di Umberto la nostra sala, abbiamo privato la loro casa di una stanza  per anni. Nel 1995 la formazione che fino ad allora comprendeva altri elementi (anche di quel primo periodo sarebbero tantissime le storie da raccontare) si riduce a noi tre: Giacomo, Umberto ed io;  contemporaneamente la sala prove dal salotto viene spostata ad un più consono scantinato. 
Sì,il trio. Ci faceva letteralmente sognare ed impazzire di gioia poter imbracciare i nostri strumenti e sprigionare milioni di watt. Suonavamo brani dei Nirvana e Litfiba, soprattutto. Ma con l'aiuto di Mauro, il fratello di Giacomo, abbiamo iniziato a mettere giù  i nostri primi pezzi. Poi mi misi a scrivere nella mia cameretta le mie prime canzoni, le presentai alla band, dopo qualche diffidenza iniziale per il cambio di direzione, le suonammo. Ci portarono fortuna devo dire. 
Di concerti ne abbiamo fatti a centinaia, in Italia e all'estero, festival, aperture a grandi artisti, tra tutti Joe Strummer. Di concorsi importanti pure: siamo transitati con ottimi risultati per Castrocaro, Rock Targato Italia e Sanremo Rock con risultati eccellenti; il primo concorso fu Veneto Rock '95, arrivammo secondi, di altri concorsi regionali aspettiamo ancora il primo premio. ( A qualcuno fischieranno le orecchie). 



Poi, come la maggior parte delle cose belle, tutto finì. 
O forse tutto venne sospeso. 
Proprio sul più bello, quando finalmente l'interesse di un paio di case discografiche e di agenzie live si stava concretizzando dopo anni di semina. 
L'amarezza all'epoca fu tanta, non scrissi più canzoni in italiano per 7 anni. 
E non avevamo nemmeno litigato tra noi. A pensarci ora mi sembra tutto sfumato, oppure inevitabile. Così vanno le cose. 
In ogni caso ci siamo divertiti da matti e abbiamo costruito tra noi un'amicizia che vale una vita intera. 
E  quando ancora ogni tanto ci ritroviamo a suonare basta un accordo per entrare in sintonia, anche se  sono passati anni sembra che l'ultima serata sia stata il giorno prima. 

Abbiamo il nostro sound. 

E' questo quello che mi piace. 
Si sente che abbiamo condiviso letteralmente tutto per anni: eravamo lì insieme, ragazzi a tentare di crescere e definirsi, come persone, come musicisti e quindi come band. Nel nostro suono ruvido ci sono fluttuazioni e sbavature che diventano caratteristiche, slanci in avanti, momenti tribali, rumore, puro rock'n'roll,  devo anche ammettere che le nostre canzoni hanno quasi tutte retto il passare del tempo, ovviamente se ora le riproponiamo sono rimaneggiate qui e là. 

Chissà che prima o poi non maturino i tempi per un secondo album dei Jalum. 


Aldo Betto




Wednesday, October 22, 2014

A passo d'uomo.

Ho organizzato una piccola rassegna di chitarristi al Jamba Laya, Bologna.
Quattro diverse declinazioni delle sei corde.

Jazz, fingerstyle, chitarra brasiliana, chitarra elettrica post moderna.

Marco Bovi il primo in calendario.

E questa sera, ovviamente, ero in prima fila ad ascoltarlo suonare.
Della chitarra jazz amo la vecchia scuola: Grant Green, Kenny Burrell,  Jim Hall; dei contemporanei il mio riferimento è da molto tempo Bill Frisell.  E Marco conosce il linguaggio old school alla perfezione, sia armonicamente che tecnicamente. Adoro sentirlo suonare così logico, sorprendente, leggiadro, fresco, dinamico. E mi inorgoglisce aver registrato un disco con lui.
A proposito, il disco che testimonia la nostra collaborazione s'intitolerà " A passo d'uomo", sarà pubblicato prima di Natale. Disco composto quasi essenzialmente di inediti, con un'unica eccezione per un brano del 1854. Tra le varie tracce vi anticipo che ci sarà quella che per me è la naturale prosecuzione di "Tranquilla", una canzone intitolata "Floyd". A differenza di "Tranquilla", suonata con due chitarre elettriche, questa volta il dialogo è tra due strumenti acustici. Come quasi tutto il resto del disco. L'equilibrio tra i nostri due stili l'abbiamo trovato suonando la chitarra classica e l'acustica, ricercando un' amalgama dove emergono simmetrie e contrasti.
Tra gli altri titoli "Miriam", "Marco a Sud", "Galleggiando".
In un paio di brani ci sono le percussioni del mio amico Chris Howard, musicista dell'area di Long Island, New York. Ed in altri tre abbiamo avuto l'apporto di Michael Ruff, tastierista e polistrumentista strepitoso residente a Kauai; come turnista ha collaborato con il top, qualche nome: Gino Vannelli, Chaka Khan, Bonnie Raitt, John Lee Hooker, Ricky Lee Jones, David Sanborn ....
Le registrazioni, io e Marco,  le abbiamo fatte in un paio di sessioni prima dell'inizio dell'estate ed una settembre di questo 2014 al Marizza Studio, lo studio di Paolo Pianezza a Monzuno, Appennino bolognese, con assistente in studio Paolo Filardi, che ha anche suonato il basso in una traccia.
Il mix ed il mastering sono curati da Ron Pendragon, che ha anche inserito suoni dell'isola di Kauai, arcipelago delle Hawaii, dove Ron risiede insieme a sua moglie Barbara.


La rassegna prosegue con Pietro Posani, giovanissimo talento bolognese; Giancarlo Bianchetti, storico chitarrista di Capossela, eccezionale esecutore di musica brasiliana; Alberto Milani, pordenonese, dotato di uno stile personale, perizia tecnica e ricerca del suono fuori dal comune.



Thursday, July 31, 2014

L' Unità chiude, il Novecento si allontana.

E da oggi non ci sarà più in edicola l'Unità. Un giornale, e che giornale, in meno.
Diverse altre testate tirano a campare con cifre da nicchia: comprare un giornale è evidentemente cosa da feticisti oggi.
Beh, mi chiedo spesso che gusto ci sia nel fare le briciole sopra il tablet mangiando e leggendo contemporaneamente, in quei bellissimi pranzi in totale solitudine.
Un giornale accoglie meglio l'olio che schizza dal panino, che inevitabilmente fuoriesce impazzito mentre leggi e ti distrai da tutto il resto, un articolo di Bartezzaghi, Gianni Clerici, Jack o' Malley o S. Pistolini, C. Cerasa, M.Serra, G. Stella, Alessandra Longo o Gianni Mura, ...
L'Unità chiude, il Novecento si allontana.
Confesso il mio dispiacere, ma ammetto di non leggere l'Unità da secoli. Piuttosto il Manifesto. Ma anche quello non gode d'ottima salute. Almeno arrivassero altri giornali nuovi, ovviamente non impostati su gossip, talent o peggio, foto di gattini, mani di rana, immagini di morti violente o altre aberrazioni.
In edicola continuo a comprare Repubblica tutti i giorni. Lunedì e martedì il Foglio. La domenica il Sole24H, l'inserto culturale è davvero eccezionale.
Mi fido di un giornale e gli attribuisco un ruolo di filtro tra me e l'enorme numero di eventi che accade quotidianamente. Mi fido di un giornale se usa un bel linguaggio, se non è rissoso verbalmente, se penso pubblichi notizie verificate e ri-verificate. Per le qualità delle inchieste e dei reportage: deve avere uno sguardo internazionale.
A me sembra chiaro che non ha senso per la carta stampata inseguire il real time del web.
Dovrebbe avere un' andatura slow motion il giornale, oggi.
Aldo Betto 

Monday, June 23, 2014

Roma, 22 giugno 2014, Rolling Stones al Circo Massimo.

Il lungo pomeriggio sotto il sole cocente è ritmato da birre fresche e blues acustico. 
Al crepuscolo attacca John Mayer: parte in stile west coast per poi assestare il suono della band verso un rock rilassato, con le vette emotive raggiunte in splendidi guitar solo; gran bel set, della durata di un'ora. 
Poi il cambio palco, l' eccitazione che sale. Marley esce dalle casse a benedire la serata con "Natural Mystic", l' attesa si prolunga, intorno a me facce stravolte dal sole dalla fatica e dall' emozione. 
Eccoli: boom!
La prima schitarrata di Keith ad introdurre "Jumpin Jack Flash" mi dice che sono nel posto giusto al momento giusto. 
Mick divora il palco, canta da dio e ha un sound pazzesco all' armonica; Ron Wood in formissima; Charlie fa capire quanta personalità può avere un batterista e tiene incollata la band; Keith sferraglia riff micidiali e canta un blues da brivido. 
L' emozione fa sbagliare i primi accordi di un imbolsito Mick Taylor, ma su Midnight Rambler cuce un solo blues memorabile; davvero bello vederlo lì con i vecchi compagni. 
A completare l' organico musicisti che girano con gli Stones ormai da una vita, compreso Bobby Keys al sax con la sua faccia da delinquente. 
It' s only rock n' roll but i like it. 
Ho amato anche le sbavature di questa serata, ampiamente bilanciate da uno show spettacolare, sincero. 
Alla fine sembravano felici anche loro. Ed io pure.

Aldo

Sunday, March 02, 2014

La collaborazione con G.Art Custom Guitars.

Da qualche settimana ho una collaborazione con i liutai bolognesi di G.Art Custom Guitars.
Fanno strumenti splendidi, con ottimi legni, cura dei dettagli e delle verniciature.

https://www.youtube.com/watch?v=MlL_-4Q7yD4

https://www.youtube.com/watch?v=EJWNA81zdEg

Buon ascolto.

Aldo

Tuesday, February 25, 2014

Tre video didattici

Qui di seguito i tre video didattici che ho realizzato in collaborazione con l'Experience Music Academy di Montagnana PD, istituto presso il quale insegno musica da qualche anno.

Il livello di difficoltà non è elevato, anzi: ci sono alcuni suggerimenti per chi si sta impratichendo con l'improvvisazione, fornendo alcuni spunti usando la scala pentatonica; ci sono inoltre alcuni suggerimenti per la chitarra ritmica, con uso delle triadi, rivolti, note in comune.

http://www.youtube.com/watch?v=P6-xRdWMejo

http://www.youtube.com/watch?v=zOi10m0Eixc

http://www.youtube.com/watch?v=zsg9mXgne9E  (blues)

Buono studio! e buona musica!

Aldo
www.aldobetto.com